domenica 17 maggio 2015

The first of a million cinemas

Facendo una ricerca di immagini per non so più quale post, sono capitata per caso su una  fotografia del Cinema Missori di Milano.
Cinema ormai chiuso da oltre 30 anni, e dimenticato da tutti, con un valore però del tutto speciale per me. E' stato infatti il primo vero cinema (se si esclude quello parrocchiale del mio paesello) in cui io abbia mai messo piede.
Doveva essere il 1978 (Zazie aveva 9 anni), e lo so per certo perché il film in programmazione era Grease di Randal Kleiser.
Come io possa ricordarlo, è un mistero abbastanza fitto, eppure me ne ricordo perfettamente, non dico come fosse stato ieri, ma quasi.
Evidentemente, avevo già capito che in posti così ero destinata a passarci un sacco di tempo.
La cosa buffa è che qualche settimana fa ho rivisto in TV il film (in lingua originale), e mi sono resa conto, per la prima volta, di che cosa parlassero i testi delle canzoni.
All'epoca l'inglese era una lingua del tutto sconosciuta, per me, e anche se il film era doppiato in italiano, avevano avuto la decenza di lasciare le canzoni in inglese. 
Ricordo che Grease è stato - per altro - il primo disco vinile che abbiamo comprato io e mio fratello (acquisto fatto dopo aver visto il film). Anche in questo caso, non chiedetemi come, ricordo che si trattava di un disco doppio, e mi sembra di tenerlo ancora in mano talmente ho stampato nella testa le immagini della copertina, e dell'interno.
Io cantavo a squarciagola le canzoni imitando la pronuncia e senza assolutamente avere idea del loro significato. Quando, rivedendo il film, ho capito il testo di Beauty School Drop Out, mi si è aperto un mondo!

Al posto del Cinema Missori, oggi, c'è una banca. 
Triste, lo so.
E le storie tristi si somigliano tutte: ogni volta che poso lo sguardo sul Castorama di Place Clichy, mi viene da piangere sapendo che lì un tempo svettava maestoso il Gaumont Palace, il cinema "più grande del mondo".
Che possiamo fare contro il logorio della vita moderna? Niente, se non continuare a frequentare le sale che esistono, che resistono, e che ci regalano quelle due ore di pura magia.
E pensare di tanto in tanto, con nostalgia, alla prima sala dove abbiamo messo piede, dove abbiamo visto le luci spegnersi, il resto del mondo restare chiuso fuori, e le immagini di un altro mondo, sconosciuto, lontano, aprirsi davanti a noi. E lasciarci diversi da come eravamo entrati.
Già innamorati, soprattutto di quel posto dove stavamo seduti al buio.
Il primo, di un milione di cinema.

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