lunedì 15 settembre 2014

Moon River (o dell'utilità del cinema)

Me la prendo sempre un po' quando sento dire che il cinema è inutile.
Inutile nella vita di tutti i giorni, intendo. 
In effetti, a che cosa vuoi che ti serva, in termini pratici, sapere a memoria le canzoni di Les Demoiselles de Rochefort di Jacques Demy? O i dialoghi tra James Stewart e Grace Kelly in Rear Window di Hitchcock? O conoscere il nome del magnetofono con cui Truffaut e Chabrol registravano le interviste ai loro registi preferiti?
A nulla, presumibilmente (o forse a vincere un quiz su Truffaut, se solo esistesse).  
E invece ecco che, quando anche la vostra Zazie stava per soccombere ad una sana dose di cinismo e arrendevolezza alla vita, salta fuori - nella dura lotta della magia del cinema contro la banalità del mondo - l'alleato meno prevedibile che ci sia: un neonato di tre mesi e mezzo.
Com'è possibile? - vi chiederete giustamente voi.
E' possibile, credetemi. E' successo che sabato pomeriggio ho fatto la baby-sitter di Giacomino, il figlio di miei cari amici qui a Parigi. I suoi erano in mezzo ad un trasloco e mi avevano chiesto una mano per dargli un'occhiata, mentre loro caricavano e trasportavano scatoloni. Ad un certo punto, siamo rimasti da soli in casa io e Giacomo e vi assicuro che intrattenere un bimbo così piccolo non è facile.
Sua mamma mi aveva detto che gli piace molto sentire la musica, ma lo stereo era già inscatolato, e fargli sentire le canzoni dall'I-phone mi sembrava brutto.
Così guardo negli occhi Giacomino e, non so perché, ma mi viene da pensare che potrebbe piacergli Moon River di Henry Mancini, la canzone che canta Audrey Hepburn in Breakfast at Tiffany's.
Non chiedetemi come, ma mi ricordavo a memoria quasi tutto il testo, e ho cominciato a cantarla, dondolando dolcemente Giacomino. E boum! Gli è piaciuta talmente tanto che quasi si metteva a cantarla con me (giuro che mi accompagnava con dei piccoli suoni bellissimi). Non abbiamo fatto altro per ore. Io non avevo più voce, ma lui sembrava felice, e i suoi hanno finito il trasloco. 
Piccoli cinéphiles crescono.
E voi non mi venite ancora a dire che il cinema non serve a niente!   

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